Il Surrealismo
La nascita della psicologia moderna, grazie a Freud, ha fornito molte suggestioni alla produzione artistica della prima metà del Novecento.
![]() |
La persistenza della memoria è un dipinto a olio su tela del pittore surrealista Salvador Dalí, realizzato nel 1931 e conservato al Museum of Modern Art di New York. |
Bisogna
dire che nei paesi dell’Europa centro settentrionale, le correnti
pre-espressionistiche e espressionistiche avevano già ampiamente
utilizzato il concetto di inconscio, per far emergere alcune delle
caratteristiche più profonde dell’animo umano, di solito mascherate
dall'ipocrisia della società borghese del tempo (soprattutto con il
movimento tedesco Die Brucke).
Sempre
da Freud, i pittori, che hanno dato vita al Surrealismo, hanno preso un
altro elemento che dava loro la possibilità di scandagliare e far
emergere l’inconscio: il sogno.
Il
sogno è quella produzione psichica che ha luogo durante il sonno ed è
caratterizzata da immagini, percezioni, emozioni che si svolgono in
maniera irreale o illogica, mostrando situazioni che, in genere, nella
realtà sono impossibili a verificarsi.
Il
primo studio sistematico sull'argomento risale al 1900, quando Freud
pubblicò L’interpretazione dei sogni. Secondo lo studioso, il sogno è la
«via regia verso la scoperta dell’inconscio».
Il
Surrealismo, come movimento artistico, nacque nel 1924. Alla sua
nascita contribuirono in maniera determinante sia il Dadaismo sia la
pittura Metafisica.
Al Surrealismo aderirono diversi pittori europei, tra i quali Max Ernst, Juan Mirò, René Magritte e Salvador Dalì.
Il Surrealismo è un movimento che pratica una arte figurativa e non astratta.
La sua figurazione non è ovviamente pienamente naturalistica perché vuol trasfigurare la realtà, senza negarla, cosa che avveniva nell'arte astratta.
L’approccio
al Surrealismo è stato diverso da artista ad artista, per le ovvie
ragioni delle diversità personali di chi lo ha interpretato. Ma, in
sostanza, possiamo suddividere la tecnica surrealista in due grosse
categorie:
- quella degli accostamenti inconsueti;
- quella delle deformazioni irreali.
Gli accostamenti inconsueti
sono stati spiegati da Max Ernst, pittore e scultore surrealista, che
diceva: «bello come l’incontro casuale di una macchina da cucire e di un
ombrello su un tavolo operatorio». Spiegava che tale bellezza proveniva
dall'«accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è conveniente per esse».
In sostanza, procedendo per libera associazione di idee, si uniscono cose e spazi tra loro apparentemente estranei, per ricavarne una sensazione inedita. La bellezza surrealista nasce, allora, dal trovare due oggetti reali, veri, esistenti (l’ombrello e la macchina da cucire), che non hanno nulla in comune, assieme in un luogo ugualmente estraneo ad entrambi.
Tale situazione genera una inattesa visione che sorprende per la sua assurdità e perché contraddice le nostre certezze.
![]() |
René Magritte. Les valeurs personelles. 1952. Olio su tela, cm 80 x 100. San Francisco, Museum of Modern Art. |
Le deformazioni irreali riguardano invece la categoria della metamorfosi.
La
metamorfosi è invece la trasformazione di un oggetto in un altro, come,
ad esempio, delle donne che si trasformano in alberi (Delvaux) o delle
foglie che hanno forma di uccelli (Magritte).
Entrambi questi procedimenti hanno un unico fine: lo spostamento del senso.
Ossia la trasformazione delle immagini, che abitualmente siamo abituati
a vedere in base al senso comune, in immagini che ci trasmettono l’idea
di un diverso ordine della realtà.
Esercizio 1. Crea una mappa sul Surrealismo.
Commenti
Posta un commento