Basilica di San Francesco in Assisi




La Basilica
La Basilica di San Francesco d’Assisi è situata ad Assisi, in Umbria. La costruzione della basilica è iniziata nel 1228, due anni dopo la morte di San Francesco, ed è stata completata nel 1280. 
L’edificio è composto da due ambienti sovrapposti: una chiesa inferiore e una chiesa superiore. La chiesa inferiore, scavata nella roccia, è dedicata alla preghiera e alla meditazione, mentre la chiesa superiore, più alta e luminosa, è dedicata alla predicazione.  Le due chiese sono state realizzate in due fasi costruttive diverse, nelle quali collimano elementi del romanico umbro con il linguaggio gotico di ascendenza francese.

Interno della Basilica inferiore

Interno della Basilica superiore


Il terremoto
Il 26 settembre del 1997, alle 11.42, una forte scossa di terremoto colpì l'Umbria e le Marche, causando il crollo di parte degli affreschi e delle volte della Basilica superiore di San Francesco in Assisi.



Il crollo provocò quattro vittime, due tecnici della Soprintendenza e due frati e causò inoltre il crollo di parte degli affreschi sulla volta della prima campata: il San Girolamo (attribuito da alcuni a Giotto giovane); la figura di San Matteo, sulla volta raffigurante i Quattro Evangelisti di Cimabue; inoltre, la volta stellata, ridipinta nell'Ottocento. Sull'arco di controfacciata e sul costolone, anch'essi crollati, sono rovinate a terra otto figure di santi e altre decorazioni.

La Volta del Cimabue dopo il crollo


Il restauro
A seguito dei danni causati dalle scosse, la basilica venne chiusa al pubblico per interventi di conservazione e restauro. 
Sono stati raccolti oltre 300.000 frammenti in corrispondenza dell'arcone dei santi e della vicina vela di San Girolamo, come della vela stellata e di quella di San Matteo. A questa prima fase ne è seguita una successiva per un lavoro di selezione e di classificazione dei frammenti, in base alle sfumature, al colore, alla tecnica esecutiva. 
Successivamente si è passati al riconoscimento fotografico, seguito da tentativi di individuazione, in base ai punti di frattura, dei possibili punti di attacco. Indispensabile è stato l'ausilio delle fotografie a colori scattate prima del sisma e la loro stampa a grandezza naturale, sulle quali si poterono effettuare le prove di rispondenza dei frammenti.

Nel 2002 fu ricollocata anche la vela di san Girolamo: circa 80.000 frammenti su una superficie di 80 metri quadrati. 

Non è stato possibile recuperare tutto il materiale: già prima del crollo le condizioni dell'affresco non erano buone. L'abitudine di Cimabue di usare biacca, mescolata ad altre vernici, ha fatto sì che il colore, a distanza di tempo, diventasse via via evanescente, quasi monocromatico. Per questo la ricostruzione non è stata facile e risulterà incompleta.

Decine i restauratori impegnati nel lavoro di quello che è stato chiamato "Il cantiere dell'utopia"; 60.000 le ore impiegate, per un costo di 72 miliardi di lire, circa 37 milioni di euro.

Arcone di ingresso della basilica e vela con il San Girolamo in cattedra dopo i restauri


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